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ParanoiaLa fobia da WiFi è dilagante ed ero giusto in attesa della puntata di Report di ieri per vedere come se la sarebbe cavata l'ottima Gabanelli.

Non avendo sotto mano tutti i dati e non avendo neppure voglia di andarli a verificare avevo raccolto alcuni spunti utili di quella trasmissione e scartato altri.

Di interessante ho immagazzinato che esistono delle persone con un livello di sensibilità alle onde elettromagnetiche particolarmente alto e che, per loro, anche segnali abbastanza deboli sono un serio fastidio. Una malattia vera e propria che, per ora, solo alcune nazioni riconoscono.

Utile è anche il principio di prudenza che io adotto e consiglio: se si può cablare lo preferisco di gran lunga al WiFi.

Mi aveva lasciato perplesso l'interpretazione un po' di parte che trasformava un affermazione del tipo "non escludo che possa causare problemi" in "causa problemi".

Le mie perplessità restano intatte per quanto riguarda l'uso massiccio del WiFi realizzato con tanti access point omnidirezionali in quanto rilevo uno spreco che poi corrisponde ad un immissione in circolazione di più onde elettromagnetiche di quante ne servano.

Su altre tecnologie senza fili che invece sono direzionali almeno sul lato cliente ho meno dubbi. Difatti non mi faccio scrupoli a proporre ai miei clienti soluzioni senza fili in standard Hiperlan2 (EOLO di NGI) che usano antenne direzionali lato cliente.

Ho poi letto la segnalazione del Quinta che ha dato il colpo di grazia: l'esperto tanto sbandierato nella trasmissione TV è stato votato "Disinformatore dell'anno" in Svezia.

Un grazie ai miei genitori che mi hanno avvisato che la Gabanelli avrebbe parlato dei rischi del WiFi.

(Foto di katiew su Flickr)

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La maglietta di TorrentFreakStefano Quintarelli ci avvisa che è in arrivo una nuova opzione in un client BitTorrent: la cifratura.

Cifrando le comunicazioni l'ISP non ha più modo di sapere che cosa siano i nostri dati e quindi la Net Neutrality o ce la danno oppure ce la prendiamo noi cifrando (a suon di mazzate?)

Ovviamente al povero ISP resta l'opzione di un cap sulla banda ma questo è un altro discorso: nel frattempo si dovranno adeguare al fatto che la rete vuole essere neutrale, poi vedremo anche il resto 😉

(Via TorrentFreak)

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Fibra OtticaHanno da poco commentato un mio vecchio post sull'abolizione del canone e mi sono reso conto che, nel frattempo, molte cose sono cambiate e, in parte, ho anche cambiato opinioni al riguardo.

Sono favorevole a che si parli di canone e del fatto che bisogna rivederlo.

Abolirlo è un utile eccesso, utile a mettere sul piatto della bilancia un argomento pesante. Il canone, purtroppo, ha la sua reale utilità e negli ultimi tempi, con l'abbandono della rete fissa a favore dei cellulari, l'utilità si vede ancora di più.

Se non ci fosse si darebbe l'alibi a Telecom Italia per continuare nella attuale politica di manutenzione quasi zero e investimenti in nuove tecnologie praticamente nulli.

Io sarei, ragionevolmente, per una riduzione, soprattutto del canone aggiuntivo per le linee solo dati: ovviamente io ho una linea naked 😉

Accetterei ben volentieri anche un aumento in cambio della destinazione del nuovo canone aumentato ad una nuova società formata con la rete Telecom Italia e le reti di altri gestori, posseduta da tutti questi soggetti e magari quotata, in parte, in borsa.

Ovviamente non per nulla ma in cambio di una sostituzione integrale dell'attuale ultimo miglio in rame con uno di fibra ottica passiva. Rete ovviamente perfettamente neutrale (Net Neutrality) e accessibile a chiunque voglia rivendere connettività al pubblico pagandola con un prezzo ricavato dal meccanismo cost plus: i costi più un margine di guadagno per la società proprietaria della nuova rete.

Nel caso non si capisse queste mie elucubrazioni sono quasi totalmente causate dalla lettura del blog di Stefano Quintarelli 🙂

EDIT: anche i piccoli azionisti Telecom pare siano indirizzati verso questa idea.

(Foto di xamad via Flickr)

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Viviane Reding su WikipediaEstremamente interessante il discorso di Viviane Reding al KPN Annual Event che Stefano Quintarelli riporta nel suo blog.

La parte che mi ha più colpito è alla fine dove parla di un modello municipale che prevederebbe un impegno di ciascuna città a dotarsi di una rete in fibra ottica punto a punto (una fibra per ciascun utente). E' il sistema che regge meglio le future richieste di aumento di banda ed è anche il più costoso.

Il fatto che se incarchi la singola municipalità porterebbe ad aumentare ulteriormente il divario digitale.

Le grandi città ovviamente farebbero questo investimento e si doterebbero di di una infrastruttura a prova di futuro e lo potrebbero fare perché non avrebbero difficoltà a trovare investitori visto il loro ricco bacino di utenza.

Le piccole città e la periferia rischierebbero di restare al palo un po' per la poca lungimiranza degli amministratori (che non sarebbero forzati a fare questa scelta dalla pressione dei propri cittadini) e soprattutto per la maggior difficoltà nel trovare finanziamenti per un progetto che, non coinvolgendo un bacino di utenti tipo quello delle grandi città, rischierebbe di essere antieconomico.

Nonostante questo la Reding consiglia di valutare bene questa possibilità per far si che chi vuole dotarsi di una infrastruttura a prova di futuro possa farlo: la cosa è allettante ma non sono sicuro sia la strada migliore.

Invece che pensare di fare trenta facciamo direttamente trentuno: fibra punto punto per tutta la nazione, investimento misto pubblico / privato, One Network dove ciascun operatore conferisce la propria attuale rete e infrastrutture e tutti quanti acquistano agli stessi prezzi dall'unico soggetto.

Meglio così o sono pazzo? 

Fibra OtticaE' vero: è partito il progetto!

Tutti avranno un collegamento in fibra ottica in casa, ovviamente non subito ma con i dovuti tempi la copertura totale ci sarà.

Incredibile? Sì, difatti questo accade a Singapore. Cosa credevate? Che parlassi dell'Italia?

Speriamo che venga preso ad esempio da altri paesi e che generi un effetto valanga non è detto che tra alcuni decenni potrò scrivere un post di questo tipo anche riguardo l'Italia 😉

(Via Stefano Quintarelli)

(Foto di xamad via Flickr)

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ParanoiaVa bene il principio di precauzione ma questa é paranoia mista a demenza sommata a disinformazione!

In casa mia ho impostato la potenza al minimo che mi permette di mantenere prestazioni buona: 10 millivolt.

Volendo funziona anche a 1 ma mi sale la latenza. Il valore preimpostato era 250!

Il cordless dect pompa di più, per non parlare delle bts dei cellulari e non cito neppure il singolo cellulare appoggiato alla testa.

Spegniamo il wifi? Sarebbe come decidere di togliere la spina sotto l'alluce e tenersi il pugnale conficcato nelle costole!

(Foto di katiew su Flickr

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No deep packet inspectionSe state scegliendo una connessione ad internet (ADSL o altro non importa) uno dei parametri che dovete guardare è se l'ISP rispetta il principio di neutralità della rete (Net Neutrality) oppure no.

Chi mi segue e, chi segue anche Stefano Quintarelli, sa bene quanto riteniamo importante che il trasporto dei dati venga effettuato in maniera neutrale senza discriminare dei dati in favore di altri.

In quest'ottica il Quinta ha predisposto un semplice banner che gli ISP possono esporre nel loro sito per testimoniare che non effettuano deep packet inspection: non vanno a ficcare il naso dentro i dati che movimentano per conto nostro. Il banner lo vedete in cima a questo mio post e cliccandoci sopra finite sulla pagina che spiega esattamente cosa significa. Esponendolo gli ISP dichiarano di aderire a quei principi.

La scelta di fare le cose per bene ha un costo.

Per i clienti, avere il proprio ISP che rispetti queste norme, è un vantaggio.

Sarete certi di non subire discriminazioni nell'uso delle applicazioni, ad esempio di applicazioni P2P . P2P non vuol solo dire movimentazione di file in violazione dei diritti d'autore: Joost è P2P, Skype è P2P e tanto altro. Se volete vedere la TV via internet e il vostro IPS discrimina i dati potreste accorgervi che l'unica TV che potete vedere è quella (pessima) che vi fornisce (a pagamento) il vostro ISP, visto che le altre ve le potrebbe rallentare fino a rendere inutilizzabili!

Quando dovete scegliere che ADSL acquistare tenete presente quindi anche questo importante parametro!

Quando ho scelto la mia ADSL questo argomento non era ancora alla ribalta ma di recente, il mio ISP (Messagenet), ha aderito all'iniziativa del Quinta. Ovviamente io mi ero premunito di verificare almeno informalmente via email che non filtrassero nulla e vederlo ora scritto ufficialmente sul loro sito mi fa molto piacere! 

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Le palle di Napolux :)Questo non è un post Natalizio come quelli di Napolux (dal quale rubo l'immagine) ma è solamente uno sfogo.

Sui biglietti di auguri natalizi che l'Antitrust riceverà dagli operatori mobili sono certo che ci saranno i loro ampi e sentiti ringraziamenti per l'ottimo (per loro) lavoro svolto dall'autorità -.-

A parte il mio (e quello di Stefano Quintarelli) evidente sdegno per la situazione mi chiedo se non siamo troppo esigenti. Prima cosa c'era? Forse prima non c'erano neppure le sanzioni dagli importi ridicoli che ci sono ora e quindi dovremmo smetterla di lamentarci.

Non me ne frega niente e non voglio neppure sbattermi per controllare cosa succedesse prima. Mi basta sapere che ora L'Antitrust sanziona delle violazioni comminando multe ridicolmente basse e questo è un ottimo sistema per spingere i sanzionati a continuare sulla loro strada.

Il messaggio che passa difatti è che si può violare le regole visto che le sanzioni che arrivano sono totalmente ininfluenti rispetto ai ricavi: se vi mettessero una multa di una ventina di centesimi per divieto di sosta vi fareste scrupoli nel parcheggiare male? Perché una compagnia telefonica dovrebbe farsene? Leggetevi l'ultimo dei tanti esempi di Stefano Quintarelli e inorridite.

EDIT: nei commenti del post di Stefano trovo un interessante segnalazione di Andrea D'Ambra

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Logo Telecom ItaliaE' da tempo che Telecom Italia cerca di introdurre un canone aggiuntivo per le linee ADSL senza fonia (linee Naked, linee nude, dati, oppure chiamatele come vi pare).

Con questo tipo di linee si può attivare un numero di telefono VoIP evitando quindi del tutto qualsiasi rapporto diretto con Telecom Italia e di conseguenza evitando anche il canone

Sono consapevole che l'assenza dell'introito del canone Telecom legato alla fonia esteso a molti comporterebbe un calo drastico degli introiti con conseguenti problemi di rimuneratività della rete fissa, ammetto che la cosa la digerisco male è così.

Vista la diffusione dei cellulari sono in molti che si accontenterebbero di avere solo quello e che credono di non aver bisogno della connessione ad internet, se poi ne avessero bisogno c'è la famosa ADSL senza fonia della quale sto parlando. I più evoluti poi mantengono il cellulare e con la ADSL senza fonia ci ricreano una linea fissa VoIP.

Il risultato è che sempre più utenti non vorranno la linea tradizionale (leggi non vorranno pagare il canone).

Come ho detto un canone, purtroppo, ci vuole ma da questo a dire che il valore del canone aggiuntivo sulle linee senza fonia debba essere così elevato da risultare praticamente pari al canone della normale linea telefonica ce ne passa!

A questo punto l'unico risultato che si otterrebbe sarebbe quello di eliminare le linee solo dati: se è questo che i signori di Telecom Italia vogliono che lo dicano chiaramente. Dite che vi da fastidio quello che la gente può fare con una linea dati!

Se invece la richiesta è di una corretta remunerazione per il doppino di rame allora preparate una richiesta consona che non sia quindi quasi tanto quanto il canone della linea voce!

Questa invettiva riflessione mi è venuta vedendo un ulteriore porcata sul canone aggiuntivo che Stefano Quintarelli spiega bene: vogliono far pagare retroattivamente questo canone... Chi è peggio secondo voi? Telecom Italia che avanza richieste retroattive o chi le permette di farlo?

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WiMaxSegnala Morse la presenza di un ricorso al TAR sulla delibera AGCom sulla quale è basata la gara per l'assegnazione delle frequenze WiMax.

Concordo sull'idea di fondo che non è corretto lasciar partecipare chi già ha le frequenze UMTS e se la cosa andasse avanti smontando la delibera allora la gara sarebbe minata nelle sue fondamenta essendo costruita sulla (pessima) delibera di AGCom.

Quasi quasi sarei contento: mi ero rassegnato a veder gettate nel cesso queste prime frequenze ma forse ora potrebbe venire qualcosa di buono.

Niente di eclatante visto che, come ho già scritto, si tratta di frequenze che poco si differenziano da quelle HIPERLAN2, ma qualcosa di buono... o no?

(via Stefano Quintarelli

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Net NeutralityRaccolgo volentieri l'appello di Stefano Quintarelli riguardo alla neutralità della rete (Net Neutrality) in particolare riguardo alle connessioni da cellulare.

Vodafone, ma bisogna ammetterlo, non solo lei, propone tariffe flat includendo nel forfait però solo quello che vuole lei.

Ho già spiegato perché la rete di trasporto dati debba essere neutrale e anche Stefano (con maggior cognizione di causa di me) lo ripete spesso ma un richiamo ogni tanto non guasta.

Soprattutto quanto un operatore vincola palesemente l'uso della connessione ad internet per salvaguardare il suo piccolo orticello.

Sarebbe ora che smettessero di comportarsi così! 

(Immagine in testa di Kurt Griffith via Omnia Communia)

Da noi fanno gentili omaggi e regalano prolungamenti delle licenze sulle frequenze, mi fanno alterare e mi ritrovo a parlare di vaselina.

Fanno alterare anche Stefano Quintarelli che, molto più signorilmente di me, ri-segnala il suo stesso post.

Invece in UK il regolatore Ofcom (l'omologo della nostra Agcom) decide di togliere a due operatori un po' di banda su una frequenza per darla ad altri e favorire la concorrenza. Attenzione che oltre a questo Ofcom dice che non darà nessun rimborso ai due "espropriati"!

Ma noi, rispetto agli inglesi, chi siamo? I più deficienti del quartiere? 

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L'attento Stefano Quintarelli ci segnala delle anomalie che riguardano la trasparenza su cosa si voglia fare delle frequenze che si libereranno con il passaggio al digitale.

Perché ho come l'impressione che non si voglia che alcune di queste frequenze  "possono essere usate alla grande per nuovi servizi quali reti meshed con routing frattale, servizi dati tipo messaging, (con grandissimo interesse di Google e Microsoft e operatori TLC negli USA) ecc." come propone Stefano e non lo si voglia per non dar fastidio al business dei soliti noti?

VaselinaSecondo me vogliono fare tutto un po' in sordina per non farci accorgere di nulla ma, per quanta vaselina usino, io già ora sento un discreto bruciore.

E voi? 

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Un singolo consumatore italiano che si sentisse vittima della SIAE o di altre associazioni tipo la RIAA Statunitense o direttamente da case discografiche più o meno piccole ha poche possibilità di ribellarsi con successo.

Da noi manca la possibilità di intentare cause collettive (Class Action), cosa che negli Stati Uniti è possibile e che una signora ha fatto: come mi piacerebbe se anche da noi ci fosse la Class Action!

A voi no? 

(Via Stefano Quintarelli)

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Il Digital Divide è un problema che si sposta. Leggendo questa vecchia e-mail di Stefano Quintarelli mi è venuta voglia di spulciare tra le mie ed è saltato fuori uno scambio che ho avuto 10 anni fa proprio con Stefano.

Lui l'ha subito pubblicato: ve lo ripropongo anche qui.

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Da: "Stefano Quintarelli" stefano @ inet.it
Data: 09 agosto 1997 5:22:06 GMT+02:00
A: "Alberto Leoni" alberto.leoni @ pop.inet.it
Oggetto: R: Come li hanno accorpati i distretti?

Salve, purtroppo non abbiamo ancora notizie.
La AIIP e' stata convocata al ministero PPTT ma, date le ferie, non ho
ricevuto ancora nessun verbale della riunione.

La pregherei di risentirmi al ritorno dalle ferie.

Buon lavoro, s.
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Da: Alberto Leoni alberto.leoni @ pop.inet.it
A: customer.service @ inet.it
Cc: stefano @ inet.it
Data: giovedì 7 agosto 1997 16.30
Oggetto: Come li hanno accorpati i distretti?

Salve,

un po' di giorni fa stefano (stefano @ inet.it) mi scriveva cosi':

Grazie per l'indicazione.

Stiamo attendendo il decreto ministeriale di accorpamento dei distretti
telefonici, che dovrebbe essere comunicato dal min. pp.tt. all'AIIP
(Associazione Italiana Internet Providers) entro fine mese, per pianificare
l'apertura dei nuovi nodi.

Buon lavoro, s.

a riguardo della mia richiesta se avevate in programma un nodo a Rho.

La fine del mese e' arrivata: il ministero vi ha saputo dire se Rho e'
entrato a far parte della fascia urbana di Milano?

Vi ringrazio,

Alberto Leoni

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La cosa che mi colpisce, ripensandoci oggi, è che è sempre una questione di scelte ad alto livello.

Allora accorpare i distretti telefonici significava trasformare in urbane molte chiamate che prima erano extraurbane con relativa riduzione dei margini di guadagno del gestore telefonico. Il rovescio della medaglia era la riduzione del divario digitale tra gli abitanti delle grandi città e quelli della provincia. Allora si decise per l'accorpamento.

Se oggi si decidesse di rendere il servizio di accesso ad internet in banda larga un servizio universale comporterebbe dei costi per l'ex monopolista ma almeno tutti quanti avremmo almeno una piccola ADSL! 

Voi 10 anni fa eravate connessi? Come? Cosa facevate? 

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Devo ammetterlo: non ci speravo.

Altroconsumo ci informa che il tribunale di Roma ha sentenziato che non si può chiedere i nomi associati all'indirizzo IP nel caso il richiedente lo faccia per presunte violazioni di copyright.

Il fatto di mettere in condivisione un file protetto da diritti d'autore resta un reato ma questa sentenza dice che non si possono trattare gli indirizzi IP in quel modo. Non avrebbero dovuto essere utilizzati tanto meno in sede giudiziaria!

Sono particolarmente contento ma, ribadisco, non ci speravo.

(Via Stefano Quintarelli)

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Come Stefano Quintarelli dice in questo suo articolo anche io avevo in mente da tempo l'argomento.

Stefano ci mostra come sulle grandi reti per non avere congestioni che causerebbero rallentamenti ci vuole una sovracapacità del doppio, raddoppiare la banda non costa il doppio e costa sicuramente meno che tenersi la banda così com'è spendendo di più per implementare un robusto QoS.

Questo sulle grandi reti. Nel mio piccolo ero arrivato ad una conclusione simile.

L'unico sistema sicuro per avere una fonia VoIP perfetta è un cap a quasi metà del valore della banda. Questo se si parla di una adsl con un upload "normale" (piango a definire normale 256Kbit) e di router economici. Mi conforta su questo anche Luca Spada (Skyluke) che, qualche post oltre, sempre nella stessa discussione, conferma che il QoS funziona bene solo con router professionali.

Voi conoscete qualche trucco al riguardo?

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Traliccio.jpgTerna smantellerà 1000 Km di linee aeree con relativi tralicci nei prossimi 10 anni e su Punto Informatico leggo che non diventerà tutto quanto spazzatura da smaltire.

Smaltire ha costi economici ed ecologici elevati quindi, trovare il modo di riutilizzare proficuamente alcune parti, è utile.

I riutilizzi citati non mi hanno soddisfatto così ho pensato a un interessante destino per i piloni.

Non so con cosa sostituiranno le linee dismesse ne se passeranno vicino ai vecchi tracciati ma, se fosse possibile, io lascerei in piedi i tralicci e li alimenterei. Per loro natura i tralicci sono alti e discretamente posizionati per piazzarci delle antenne!

Perché non farlo? Terna avrebbe dei costi minimi: il traliccio c'è, basterebbe alimentarlo. A quel punto potrebbe noleggiarli a chi volesse coprire con un segnale senza fili la zona. Attualmente con WiFi o meglio con Hiperlan2 e, prossimamente, con WiMax.

Magari mi sbaglio e non è possibile ma sarebbe carino se si potesse riutilizzarli tutti, sommandoli ad altri tralicci già in uso per antenne e dare vita ad una grande rete mesh possibilmente unica e condivisa (One Network) e magari con accesso BitStream: temi a me cari da quando Stefano Quintarelli me li ha fatti scoprire!

(Foto di Buggolo via Flickr)

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fibracheride2.jpgIeri Stefano Quintarelli è stato al Senato per spiegare il suo punto di vista sulla rete fissa.

Sono contento che abbia avuto la possibilità di potare la fibra che ride anche al Senato: ha preparato delle immagini per illustrare meglio i concetti ma in Senato non c'è un videoproiettore.

IN SENATO NON C'E' UN VIDEOPROIETTORE, si è capito o lo dico più forte?

Cosa facciamo? Organizzo una colletta e compriamo un videoproiettore per i nostri cari senatori?

A me viene da ridere: rido per non piangere.

Devo ringraziare Stefano: quanti di voi avrebbero la pazienza e la perseveranza sua? 

Accolgo all'istante l'appello di Stefano Quintarelli: il Bitstream è terribilmente in ritardo.

Se, oltre a questo, in fase finale Telecom Italia decidesse di cercare di affossarlo sarebbe una tragedia.

AIIPlogo.jpgLeggetevi l'articolo di Stefano al riguardo e firmate la petizione: per firmare basta mandare una e-mail a lettera.aperta@aiip2.messagenet.it, Stefano dice che va bene anche non scriverci nulla ma io almeno una "a" sia nel messaggio che nel corpo ce la metterei. Anzi: metteteci "firmo"!