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Leggendo un post di Stefano Quintarelli ho scoperto questo interessante browser: LibreWolf.

Si tratta di un browser basato su firefox e focalizzato sulla privacy, sulla sicurezza e sulla libertà.

Si può installare su svariate piattaforme e sicuramente lo proverò.

insisto nel pensare che watermarking, mercato di offerte legali a prezzi ragionevoli e follow the money siano la via preferenziale per contrastare la pirateria.

All'interno di un attacco informatico condotto dalla corea del nord contro ricercatori di sicurezza informatica dell'ovest l'hacker indipendente P4x è stato colpito direttamente e non l'ha presa molto bene.

Visto che, dopo un anno, nessuno ha preso provvedimenti ha pensato di darsi da fare lui per portare avanti il principio che "Se non vedono che abbiamo i denti, semplicemente continueranno a tornare" e gli è riuscito piuttosto bene visto che ha tirato giù tutti i router chiave del paese causando il blocco totale di internet.

Quindi occhio a far arrabbiare un hacker 😉

Via Quintarelli e Wired

Un interessante articolo di Bruce Schneier sull'eterna battaglia tra esperti di sicurezza informatica e politici: entrambi sono conviti di essere nel giusto e quello che Bruce Schneier propone è una nuova figura che racchiuda sia le competenze tecniche di un esperto di cybersecurity che la cognizione di causa sugli interessi pubblici di un politico.

Una figura rara ma non inesistente.

Image credit TorrentFreak

Se ti si guasta il nuovo Mackbook pro non puoi riparartelo da solo, non puoi farlo riparare da tuo "cuggino" e neppure da un tecnico più o meno esperto a meno che non sia autorizzato da Apple.

Se ci provi smette di funzionare: Stefano Quintarelli fa notare che in pratica lo compri ma non è del tutto tuo.

Comincia ad assomigliare a quello che succede con i brani musicali acquistati online: non li acquisti realmente nel senso che comunemente si dà al termine ma compri solamente un diritto (oltretutto spesso anche temporaneo) ad ascoltarli. Stesso discorso per gli ebook visto che può anche capitarti di veder sparire dal tuo device un ebook che pensavi di aver "acquistato" e non puoi neppure lamentarti perché è tutto regolare.

La direzione che stiamo prendendo è questa. Temo che sia inevitabile: forse, in alcuni casi, può anche andare bene ma io devo dire che la cosa non mi piace.

Picture credit moosticks

Una sentenza canadese impone, a chi va a caccia di pirati e per farlo ha bisogno della collaborazione degli ISP per recuperare il nome associato ad un indirizzo IP, di pagargli un compenso ragionevole.

Mi sembra ragionevole: se, come in questo caso, si vuole far causa a 55'000 "pirati" non si può pretendere che gli ISP lavorino gratis. Il pirati l'ho virgolettato perché dover definire in questo modo così tante persone deve quantomeno far venire il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato alla base.

Via Stefano Quintarelli e engadget

Il co-inventore delle onnipresenti batterie agli ioni di litio John Goodenough ha annunciato che sta lavorando ad un nuovo tipo di batteria basata su un elettrolita allo stato solido di vetro drogato con litio o sodio che dovrebbe avere una capacità tre volte superiore alle attuali batterie agli ioni di lito e decine di volte più veloce per la ricarica (minuti invece che ore)
Oltre ai vantaggi di dimensione e velocità ci sono anche altri vantaggi: azzerati i rischi di surriscaldamento e esplosione ed eliminata la dipendenza da materiali rari (come il litio) in quanto è utilizzabile anche il sodio che è particolarmente disponibile e una temperatura di esercizio tra -20°C e +60 °C
Tutto questo apre interessanti accelerazioni sul calo di costo delle automobili elettriche che, se questa nuova batteria passasse realmente in produzione, subirebbe una brusca accelerazione arrivando al traguardo di pareggiare il costo di un auto a combustibile fossile molto prima di quando previsto.

Dei tre componenti basi della batteria, dice Goodenough, resta solo da risolvere un problema sul catodo perché anodo ed elettrolita pare siano già a posto e poi potranno passare a produrre celle più grandi.
Via Stefano Quintarelli e IEEE Spectrum

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Stefano_Quintarelli_-_Blogfest_2012Stefano Quintarelli è stato eletto e come parlamentare inizia partendo da una proposta per un framework per l'identità digitale.

Buon lavoro Quinta!

(Credit foto Niccolò Caranti)

Apple_iSuck_by_moosticksSto ridendo ancora nel leggere che è risultato che chi ha un mac tende a spendere di più e allora c'è chi si è organizzato per proporre opzioni più costose a chi visita il sito usando un mac 😀

Tempo fa scrivevo al riguardo delle mucche da mungere 😀

Ovviamente non tutti gli utenti mac sono di questo tipo e non c'è dubbio che se uno ha scelto di spendere di più acquistando un mac per avere una qualità maggiore tendenzialmente sia disposto a spendere di più in generale per avere un prodotto/servizio migliore ma io, perdonatemi, continuo a non riuscire a smettere di ridere 😀

(Via Quinta)
Picture credit moosticks

Pirata musicaleSegnalo una proposta interessante di Eugenio sulla gestione del diritto d'autore da parte di AGCOM.

Tra le conseguenze di questa proposta mi ha colpito la frase

le utilizzazioni diverse dalla pirateria e legittime troverebbero modo di essere giustificate e difese in contraddittorio

Fa piacere che ci sia chi propone soluzioni sensate per riformare un sistema che, come dico sempre, è terribilmente anacronistico.

(Via Quinta)

http://blog.quintarelli.it/blog/2012/05/diritto-dautoreagcom-quello-che-avrebbe-senso-fare.html

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Che il carrozzone SIAE sia pessimo è cosa nota tra chi non viaggia col paraocchi.

Ora vedo, grazie ad una segnalazione del Quinta, che la cosa è stata pesantemente messa nero su bianco da alcune importanti associazioni.

nei comunicati usciti nell’ultimo mese non abbiamo riscontrato alcuna proposta concreta né una seria volontà di cambiamento, piuttosto dobbiamo registrare delle farneticanti affermazioni sugli editori ricchi e sulle multinazionali che vorrebbero distruggere la SIAE e la cultura Italiana

Quanto tempo deve ancora passare prima che qualcuno decida di smantellare o almeno di rivoluzionare fin dalle fondamenta la SIAE?

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Apple_iSuck_by_moosticksE' da un po' che ho in mente di parlare male di Apple e finalmente mi ci sono messo.

Da sempre ho avuto una particolare avversione per Apple: odio il modo con il quale tratta i suoi clienti. Mucche da mungere.

Prendendo spunto da qualche parere che non sia mio, in modo da sembrare (solo sembrare) meno parziale, voglio farvi notare qualche punto a favore della mia tesi.

Scrive il Quinta che Apple ha bloccato l'App di Mark Fiore, un vignettista che ha vinto il premio Pulitzer e questo si chiama scelta editoriale. Se Apple sceglie per te quello che è lecito che tu veda ti vuole tenere nel mondo che ha scelto per te.

Io sarò uno spirito indipendente ma spero che la censura non sia mal vista solo dagli spiriti liberi.

Se voglio una linea editoriale mi leggo qualcosa di parte: la parte che scelgo io. Se voglio un computer portatile (telefono, smatphone o come volete chiamarlo) voglio che le scelte di cosa metterci sopra siano mie. Se a voi stà bene che siano altri a scegliere per voi allora accomodatevi ma sappiate che non lo fanno per il vostro bene ma per il vostro portafogli. Mucca da mungere.

Alessio Di Domizio di appuntidigitali ci segnala che Apple esclude lo sviluppo non nativo su iPhone.

Per i non addetti ai lavori questo significa, nuovamente, che Apple vuole evitare a tutti costi che un applicazione non approvata da loro possa essere installata su un iPhone.

Per riuscirci devono bloccare, per esempio, la prossima versione di Adobe Flash che permette di creare applicazioni in grado di girare su qualsiasi dispositivo. Ovviamente Adobe non è propriamenente felice e immagino che partirà una bella causa.

Si parla di concorrenza: avete presente? E' quella roba che serve a mantenere i prezzi per l'utente bassi. Mucca da mungere.

Proseguiamo con una testimonianza di Elena riguardo ai portatili (giusto per non fossilizzarmi sugli iPhone). Elena dice che

prima di spendere altri 2000€ in Hardware Apple, ci penso un po', e arrivo alla conclusione che avere una macchina apribile, magari piu' leggera ed economica (della serie, mi cade, si rompe, ne compro un altro e ci trapianto il disco) mi fa stare meglio

Da notare che Elena ha usato parecchi prodotti Apple e continua ad usarne: non è quindi una che parla di cose che non sa (non è come me insomma). Il concetto che espone è semplice: Apple fa di tutto per non farti mettere mano (aprire, sistemare, smontare) ai suoi prodotti. Preferisce che lasci fare a loro quando si tratta di riparazioni e preferisce che tu compri un loro oggetto più potente se quello che hai non ti basta più. Mucca da mungere.

Tutte queste cose non vi dicono nulla? C'è ad esempio essepunto che commentava su FriendFeed

Opera Mini: lo usavo anni fa sul BlackBerry e da subito sull'Android. Certo che si esaltano con poco i possessori di iPhone.

Come mai si esaltano per l'arrivo di una applicazione che in altre piattaforme c'è da tempo? Forse perché non sono abituati alla libertà e quanto viene loro concessa è spesso vista come un miracolo da osannare? Intorno alla guerra dei browser ci sono interessanti questioni economiche. Mucche da mungere.

Giusto per chiarezza vorrei concludere dicendo che ce l'ho su con Apple ma non con chi, consapevolmente, sceglie di usare loro prodotti. Difatti conosco molta gente che usa, ad esempio, l'iPhone e mi stanno pure simpatici. Ci passo addirittura delle piacevoli serate in compagnia.

E' un diritto di tutti quello di scegliere di farsi mungere ed è anche gratificante e consolatorio farlo. Fatelo voi però che io non ne ho per nulla voglia!

Picture credit moosticks

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Tastiera con ditaPer me che è una passione non è un problema il crearmi una cultura digitale ma non tutti sono appassionati di questi argomenti e non devono essere obbligati ad esserlo.

Che invece si debba creare una cultura digitale per tutti è corretto: si tratta del futuro e non si può scappare.

Leggo un passaggio del Corriere della Sera di ieri che dice:

La ricetta di Pileri è radicale: «Bisogna rendere progressivamente obbligatoria l' erogazione di alcuni servizi via Internet, dandosi precise scadenze temporali: per esempio porsi l' obiettivo di mettere tutte le ricette mediche digitali in rete entro il dicembre del 2012. La stessa cosa si potrebbe fare, in ambito scolastico, rendendo obbligatorie le transazioni con la scuola. Evidentemente è necessario aiutare i soggetti come gli anziani che non sanno usare la rete».

Stefano Quintarelli commenta dicendo che è d'accordo: lo sarei anche io ma ho un paio di dubbi.

Io non sarei capace di alfabetizzare chi parte praticamente da zero tipo anziani o anche giovani che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie ma credo che ci sia gente in grado di farlo.

L'altro dubbio è la reale penetrazione della banda larga in Italia: ora come ora è scarsa e dubito che si possa pianificare di spegnere dei servizi erogati nel vecchio stile per passarli in digitale senza avere certezze sulla diffusione della banda larga.

Cosa vogliamo fare: obbligare a comunicare con la scuola solo eletronicamente per poi accorgerci che molti genitori si possono connettere ad interent solo con un vetusto modem 56k?

Portiamoli quindi avanti insieme questi due progetti: servizi migrati su internet e diffusione della banda larga.

Magari sarà già stato pianificato proprio così ma non vorrei che poi le due cose, all'atto pratico, le portassero avanti con velocità diverse!

(Photo credit: sudden ispiration)

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Pirata musicaleLa battaglia contro la "pirateria" brutta e cattiva che grazie al P2P provocherebbe danni impressionanti agli artisti e alla cultura (sul serio? non è che li procura ai grandi intermediatori invece?) continua senza tregua.

Il mio punto di vista è che alcuni settori, in particolar modo quello della musica, sono destinati a cambiamenti che, definire radicali, è dir poco.

Il Quinta scrive:

I tool sociali  saranno sufficienti a promuovere giovani talenti consentendo loro, con altre modalita' rispetto alla vendita di CD "di una volta", di guadagnarsi da vivere almeno alla pari o meglio di un idraulico (fintanto che esercitano) ?

e dice giustamente anche:

ragionevolmente non potrà esistere più un artista che guadagni quanto ha guadagnato Michael Jackson, ma nemmeno "prodotti" patinati spinti grazie a marketing deciso centralmente da esperti.

Questi sono cambiamenti inevitabili come è inevitabile che il P2P non possa essere fermato: è nella natura stessa della rete il fatto che non si possa bloccare proprio nulla.

Ovviamente le major e tutti gli altri intermediari del settore musicale (per non parlare di istituzioni assurde come la SIAE per come è strutturata oggi) sono destinati ad estinguersi ma continueranno a lottare per sopravvivere.

Secondo voi è questo il futuro della musica o pensate che sarà diverso?

(Image credit: unknown. Do you know it?)

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AlicePhibraParte la sperimenatazione della nuova connessione in fibra ottica di Telecom Italia a Milano.

Ce lo segnala Stefano Quintarelli che pubblica il volantino.

Mi viene da piangere a vedere l'upload: 3Mbit?
Quasi li batte EOLO che deve lottare con la trassmissione su frequenze non licenziate!

Secondo me hanno paura anche perché, con la fibra, non ci sono più motivi tecnici che obblighino a bande asimmetriche.

Al limite c'è la considerazione di carattere generale che il normale uso è circa, in proporzione, 10 di download contro 1 di upload. Al limite quindi avrebbero dovuto offrire una 50/5.

Il vizio del ragionamento sopra è nell'evoluzione: in un futuro, per come stanno andando le cose, si andrà sempre di più verso un uso simmetrico.

Secondo voi è paura come dico io, miopismo o cosa altro?

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Prendo spunto da un interessante post di Stefano Quintarelli sui vantaggi del p2p e aggiungo la mia.

Stefano riporta un esempio di circolo virtuoso innescato da un download di un film dai circuiti p2p. Nell'esempio si vede come, partendo da un operazione (scaricare un film) che si configura almeno come un illecito secondo l'attuale normativa, si arrivi a pagare svariati soldi e quindi quell'azione illecita iniziale porti in realtà vantaggi.

Io voglio invece portare un esempio di uso dei circuiti p2p diverso: a valle delle spese effettuate.

  1. Amo andare al cinema a vedere i film e quindi ci vado e vedo un film.
  2. Tempo dopo ho voglia di rivederlo e quindi noleggio il DVD.
  3. Se il film mi è veramente piaciuto ho voglia di averne una copia nel caso mi vada di rivederlo di nuovo quindi scarico quel film usando un circuito p2p: ad esempio BitTorrent. Nel frattempo è già scaricabile in formato DVD multi lingua e con svariati sottotitoli.

A voler seguire alla lettera le attuali normative avrei dovuto acquistare il DVD invece che noleggiarlo ma mi sembra che un giro al cinema in due prima, e un noleggio dopo, siano più che sufficienti come prezzo da pagare per poter poi fruire quante volte mi pare di quel film.

Il mio esempio è meno eclatante di quello che riporta Stefano visto che qui non c'è il rischio di non pagare nulla perché non si è avuta l'opportunità di provare (grazie al p2p) il film prima.

Nel mio, di esempio, c'è solo un limite di spesa oltre al quale dovrebbe essere ragionevole poter fruire illimitatamente del film.

Voi che ne pensate?

fibracheride2.jpgEra da tanto tempo che volevo "rubare" questo titolo a Stefano e, finalmente, ne ho l'occasione.

Stefano Quintarelli è contento del fatto che Calabrò parli di One Network e di rete di nuova generazione: sono concetti che, prima della mobilitazione richiesta e stimolata dal Quinta, non esistevano: nessuno ne parlava.

Sono contento, rido pure io come ride la fibra, ma non ho intenzione di abbassare la guardia.

Da qui ad avere una fiammante rete FTTH ben gestita e accessibile, senza discriminazioni, da tutti gli operatori, senza limiti imposti dagli ISP (con un rete ben fatta non ce ne sarebbe bisogno), beh, da qui ad averla questa mitica fibra ce ne passa!

Nel frattempo potrebbero capitare disgrazie più o meno volute che ci rovinerebbero la festa di una potente rete FTTH quindi io starò molto attento!

Resta il fatto positivo, molto positivo, che la fibra che ride ha funzionato 🙂

DMINThe Pirate Bay in questi giorni non è accessibile e ho scritto The Pirate Bay: come aggirare il blocco.

Ne ho scritto parecchio in questi giorni perché ritengo sbagliato, un errore, questo blocco. Non metto becco per quanto riguarda la liceità giuridica della cosa (non ne ho la competenza) ma parlo da un punto di vista più generale.

Oltretutto, come Elena, anche io non ero praticamente mai andato su The Pirate Bay prima di questi giorni.

Non penso che condividere e scaricare film e musica (mp3) protetti dai diritti d'autore si un diritto ma sono convinto che, con l'avvento di internet, il sistema dei diritti d'autore vada rivisto alla radice e questo comporta sicuramente la scomparsa dei grandi intermediatori della musica.

Stefano Quintarelli, su questo argomento, cita spesso dmin.it come proposta: se siete curosi o se volete contribuire andate su dmin.it.

All you Need Is Love dei BeatlesSentivo questa mattina su Lifegate Radio che ricorre l'anniversario dei 41 anni dalla prima diretta mondiale via satellite.

Allora i Beatles furono ingaggiati per creare e cantare una canzone (All you need is Love) che venne ascoltata in diretta mondiale.

Dopo 41 anni (in realtà anche qualcosa di meno) realizzare una diretta video e voce fruibile da chiunque in qualsiasi parte del mondo è fattibile da chiunque a costi prossimi allo zero: tutto questo grazie al VoIP che trasporta la voce e, volendo, anche il video.

Questa considerazione mi serve per far notare che un risultato di questo tipo è possibile grazie ad una rete internet neutrale (Net Neutrality) che, non discriminando tra i dati che movimentiamo, permette la nascita e lo sviluppo di soluzioni a basso costo (o, alle volte, anche a costo zero) che altrimenti verrebbero soffocate da servizi venduti dal vostro ISP.

Sappiatelo e tenetene conto quando dovete scegliere il vostro fornitore di connettività: indirizzatevi su chi dichiara apertamente di applicare la più rigorosa net neutrality!