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fibracheride2.jpgEra da tanto tempo che volevo "rubare" questo titolo a Stefano e, finalmente, ne ho l'occasione.

Stefano Quintarelli è contento del fatto che Calabrò parli di One Network e di rete di nuova generazione: sono concetti che, prima della mobilitazione richiesta e stimolata dal Quinta, non esistevano: nessuno ne parlava.

Sono contento, rido pure io come ride la fibra, ma non ho intenzione di abbassare la guardia.

Da qui ad avere una fiammante rete FTTH ben gestita e accessibile, senza discriminazioni, da tutti gli operatori, senza limiti imposti dagli ISP (con un rete ben fatta non ce ne sarebbe bisogno), beh, da qui ad averla questa mitica fibra ce ne passa!

Nel frattempo potrebbero capitare disgrazie più o meno volute che ci rovinerebbero la festa di una potente rete FTTH quindi io starò molto attento!

Resta il fatto positivo, molto positivo, che la fibra che ride ha funzionato 🙂

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Fibra OtticaHanno da poco commentato un mio vecchio post sull'abolizione del canone e mi sono reso conto che, nel frattempo, molte cose sono cambiate e, in parte, ho anche cambiato opinioni al riguardo.

Sono favorevole a che si parli di canone e del fatto che bisogna rivederlo.

Abolirlo è un utile eccesso, utile a mettere sul piatto della bilancia un argomento pesante. Il canone, purtroppo, ha la sua reale utilità e negli ultimi tempi, con l'abbandono della rete fissa a favore dei cellulari, l'utilità si vede ancora di più.

Se non ci fosse si darebbe l'alibi a Telecom Italia per continuare nella attuale politica di manutenzione quasi zero e investimenti in nuove tecnologie praticamente nulli.

Io sarei, ragionevolmente, per una riduzione, soprattutto del canone aggiuntivo per le linee solo dati: ovviamente io ho una linea naked 😉

Accetterei ben volentieri anche un aumento in cambio della destinazione del nuovo canone aumentato ad una nuova società formata con la rete Telecom Italia e le reti di altri gestori, posseduta da tutti questi soggetti e magari quotata, in parte, in borsa.

Ovviamente non per nulla ma in cambio di una sostituzione integrale dell'attuale ultimo miglio in rame con uno di fibra ottica passiva. Rete ovviamente perfettamente neutrale (Net Neutrality) e accessibile a chiunque voglia rivendere connettività al pubblico pagandola con un prezzo ricavato dal meccanismo cost plus: i costi più un margine di guadagno per la società proprietaria della nuova rete.

Nel caso non si capisse queste mie elucubrazioni sono quasi totalmente causate dalla lettura del blog di Stefano Quintarelli 🙂

EDIT: anche i piccoli azionisti Telecom pare siano indirizzati verso questa idea.

(Foto di xamad via Flickr)

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Viviane Reding su WikipediaEstremamente interessante il discorso di Viviane Reding al KPN Annual Event che Stefano Quintarelli riporta nel suo blog.

La parte che mi ha più colpito è alla fine dove parla di un modello municipale che prevederebbe un impegno di ciascuna città a dotarsi di una rete in fibra ottica punto a punto (una fibra per ciascun utente). E' il sistema che regge meglio le future richieste di aumento di banda ed è anche il più costoso.

Il fatto che se incarchi la singola municipalità porterebbe ad aumentare ulteriormente il divario digitale.

Le grandi città ovviamente farebbero questo investimento e si doterebbero di di una infrastruttura a prova di futuro e lo potrebbero fare perché non avrebbero difficoltà a trovare investitori visto il loro ricco bacino di utenza.

Le piccole città e la periferia rischierebbero di restare al palo un po' per la poca lungimiranza degli amministratori (che non sarebbero forzati a fare questa scelta dalla pressione dei propri cittadini) e soprattutto per la maggior difficoltà nel trovare finanziamenti per un progetto che, non coinvolgendo un bacino di utenti tipo quello delle grandi città, rischierebbe di essere antieconomico.

Nonostante questo la Reding consiglia di valutare bene questa possibilità per far si che chi vuole dotarsi di una infrastruttura a prova di futuro possa farlo: la cosa è allettante ma non sono sicuro sia la strada migliore.

Invece che pensare di fare trenta facciamo direttamente trentuno: fibra punto punto per tutta la nazione, investimento misto pubblico / privato, One Network dove ciascun operatore conferisce la propria attuale rete e infrastrutture e tutti quanti acquistano agli stessi prezzi dall'unico soggetto.

Meglio così o sono pazzo? 

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Traliccio.jpgTerna smantellerà 1000 Km di linee aeree con relativi tralicci nei prossimi 10 anni e su Punto Informatico leggo che non diventerà tutto quanto spazzatura da smaltire.

Smaltire ha costi economici ed ecologici elevati quindi, trovare il modo di riutilizzare proficuamente alcune parti, è utile.

I riutilizzi citati non mi hanno soddisfatto così ho pensato a un interessante destino per i piloni.

Non so con cosa sostituiranno le linee dismesse ne se passeranno vicino ai vecchi tracciati ma, se fosse possibile, io lascerei in piedi i tralicci e li alimenterei. Per loro natura i tralicci sono alti e discretamente posizionati per piazzarci delle antenne!

Perché non farlo? Terna avrebbe dei costi minimi: il traliccio c'è, basterebbe alimentarlo. A quel punto potrebbe noleggiarli a chi volesse coprire con un segnale senza fili la zona. Attualmente con WiFi o meglio con Hiperlan2 e, prossimamente, con WiMax.

Magari mi sbaglio e non è possibile ma sarebbe carino se si potesse riutilizzarli tutti, sommandoli ad altri tralicci già in uso per antenne e dare vita ad una grande rete mesh possibilmente unica e condivisa (One Network) e magari con accesso BitStream: temi a me cari da quando Stefano Quintarelli me li ha fatti scoprire!

(Foto di Buggolo via Flickr)

Nel suo articolo riguardo Vodafone e Fastweb Stefano Quintarelli scrive una cosa che credo gli sarà costato fatica scrivere.

Vodafone non è interessata ad acquisire Fastweb (fin qui niente fatica) ma realizzerà una propria infrastruttura di rete fissa. Questo invece cozza contro l'idea "One Network" e temo che qui un po' di fatica ci sia 😉

Lo sapete: anche io, come Stefano, sono convinto che la rete debba essere unica, neutrale e accessibile a tutti gli operatori ad un prezzo equo e quindi, anche a me, questa notizia va già un po' storta.

Tanto per alleggerire la situazione vi annuncio che questa mattina si è risolto un importante ingorgo in un altra rete: la rete di scarico del mio lavandino, che era intasata da Venerdì, ora è libera 🙂

Gli ingorghi su alcuni trunk atm di Telecom Italia invece non sembrano del tutto risolti: molti utenti ricominciano a navigare ma qualche problema resta. Questa è un altra storia e, purtroppo, non basta l'idraulico a risolverla.

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Leggo un articolo su Punto Informatico dove Michele Favara Pedarsi spiega molto esaurientemente quello che succederà con il primo lotto di frequenze WiMax.

Ne avevo già parlato in alcuni articoli (qui e qui) ma mi mancava il discorso sulla qualità delle frequenze di questa prima gara. Sono le peggiori, quelle cioè che non permettono di collegarsi con ostacoli in mezzo (muri, alberi ecc. ecc.)

Le mie precedenti considerazioni erano valide solo per un funzionamento NLOS (not line of sight) che significa che puoi collegarti anche quando hai ostacoli tra te e il ripetitore.

Sono allibito: a che cosa serviranno queste frequenze? Non dico che non serviranno a nulla ma certamente a ben poco rispetto alle aspettative che aleggiano intorno al WiMax.

Dubito fortemente che si possa arrivare a soluzioni basate sull'accoppiata di temi cari a Stefano Quintarelli: One Network e accesso Bitstream. Non perché non sia una soluzione corretta, sarebbe perfetta, solamente perché non vedo la reale volontà di far funzionare sul serio la rete internet!

Le potenzialità di una connessione internet a banda larga sono vaste: tempo fa c'erano le e-mail e la navigazione sul web ma ora sono possibili tante altre applicazioni.

Il risultato di tutto questo è che ci troviamo di fronte ad un vincolo: la banda disponibile è limitata ed è anche sbilanciata. Le ADSL sono asimmetriche e questa configurazione funziona bene per un uso normale, anzi per un uso "vecchio".

Molte delle nuove applicazioni sono simmetriche (o quasi). La telefonia via internet (VoIP), la NetTV che usi come trasporto il P2P, altre forme di visione differita di video (sempre basati su uno scambio P2P) e il P2P in genere sono affamate di banda di upload. Una semplice fruizione del web invece trasmette poco e, alle volte, richiede molta disponibilità di banda in download per poter scaricare contenuti interessanti che si trovano in giro.

Passare ad utilizzare connessioni simmetriche per il grande pubblico non è la soluzione. Per molti l'utilizzo della connessione internet resterà prettamente asimmetrico quindi proporre una linea 2Mbit/2Mbit (download/upload) rispetto ad una 4Mbit/256Kbit farebbe felice me e parecchi altri come me ma la stragrande maggioranza no. Visto che un passaggio a soluzioni simmetriche o lo si fa per tutti o non lo si fa lo escluderei. Oltretutto richiederebbe di rivoluzionare parecchi apparati con costi non proponibili.

La proposta di soluzione è quella di auto limitare l'uso della banda (sia in downlaod che in upload) per tutte le applicazioni affamate di banda.

Io ho suddiviso la mia rete domestica in due parti: la prima è senza limiti e ci collego gli ATA per la fonia VoIP, la seconda è a valle ed è limitata da un router che si occupa di tagliare l'uso della banda sia di downlaod che di upload. E' solo dietro questo secondo router che collego tutto il resto.

La soluzione strutturata in questo modo è però fattibile solo per un utente esperto. Se si usasse un modem/router preconfigurato con un limite in percentuale (50-70% della banda disponibile) sulle porte standard utilizzate dalle applicazioni "affamate" anche il grande pubblico potrebbe permettersi di utilizzare tutto quanto ci sia a disposizione riuscendo nel contempo a navigare, gestire le e-mail e telefonare via internet.

Questo tipo di ragionamento presuppone due fattori importanti (tralascio la qualità e la reale e totale disponibilità della banda nominale: questo meriterebbe un intero discorso a se stante): La volontarietà della scelta di auto limitarsi e la collaborazione di chi sviluppa le applicazioni nel farlo impostandole in modo che comunichino sulle porte "limitate" (fermo restando che l'utente esperto possa comunque variare qui parametri: odio gli obblighi).

Lo scenario sarebbe quindi il seguente.

Attivo una connessione internet e, nel caso la acquisti con il modem/router compreso, me la forniscono con il limite attivato. Nel caso voglia il mio modem/router sarebbe comunque un oggetto con il limite attivato come impostazione di fabbrica e, in entrambi i casi, disattivabile.

Utilizzo più applicazioni contemporaneamente ma tutte hanno le impostazioni predisposte per comunicare sulle porte limitate e quindi, anche se no ho idea di quello che faccio, automaticamente le tengo sotto controllo evitando che intasino la mia linea.

Tutto perfetto e facile? Purtroppo no.

Prima ho dato per scontato due prerequisiti fondamentali. La connessione internet deve essere realmente always on, passare su un supporto affidabile (niente doppini marci e affini) e tanti altri dettagli di questo tipo che ne fanno una linea di qualità. Per questo primo punto ci sono delle criticità da risolvere ma sono risolvibili.

Il secondo prerequisito invece è il punto dolente: la banda realmente disponibile deve essere pari alla banda nominale. Attualmente la cosa non è fattibile nel momento che tanti utenti iniziassero realmente a sfruttare appieno la loro connessione.

A questo punto si ritorna ancora su temi cari Stefano Quintarelli e sui quali trova in me un sostenitore: Net Neutrality e One Network. Fino a quando non si andrà verso soluzioni che rendano realmente disponibile per molti l'intera banda nominale che le singole connessioni hanno c'è solo da sperare (sigh) che poca gente utilizzi tutti questi nuovi ed interessanti servizi che usano come trasporto il P2P!

Proprio mentre finisco di scrivere questo articolo Quintarelli ne ha pubblicato uno che -guarda caso- parla proprio di One Network!

Tommaso Tessarolo invece mi ha ispirato a scrivere questo articolo.