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Punto_di_domanda.jpgIo sono un fautore delle licenze Creative Commons ma non sono un fondamentalista: non ritengo quindi che siano per forza l'unica via da seguire e neppure che siano adatte a tutti.

Mi ha dato modo di riflettere proprio su questo un articolo di Dario Denni che parla di citazioni. Ho commentato e mi ha risposto (leggetevi l'articolo che è interessante) ma mi resta un dubbio.

Dario ha una scritta "Copyright © 2006 Dario Denni". Quella scritta non vuol dire "tutti i diritti riservati"?Se mi piacesse una sua frase e volessi citarla, ad esempio, nel mio mini blog su tumblr? Il suo articolo tratta proprio di questo.

Nel mio blog principale il problema non si pone perché solitamente non riporto frasi di altri ma prendo solamente spunto da queste per scrivere un mio commento come ho fatto ora. Cito la fonte che mi ha fatto scattare la voglia di scrivere la mia.Nel mio tumblelog, invece, faccio quasi sempre il contrario e lo faccio con uno scopo diverso: appunti per miei articoli e segnalazioni che sarebbero OT rispetto a quello di cui tratto qui.La sua visione della citazione quindi si adatta di più a quello che scrivo qui piuttosto che nel mio tumblelog?

Poi, magari, ho solo preso un abbaglio io e "Copyright © 2006 Dario Denni" non vuol dire "tutti i diritti riservati" ma il punto resta: chi, come, dove e quanto citare?

(Ritocco di una foto di the bbp via Flickr)

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DRMisBAD.jpgPrendo spunto dal giudizio di Federico sulla vicenda di Digg e della notizia del codice per sbloccare il DRM degli HD-DVD.

Ho selezionato alcuni brani salvandoli su AlBlogOT, se volete avere un assaggio delle notizie leggetevi 1 2 3 e approfondite seguendo i link agli articoli dai quali sono tratti

Secondo me la frase di Kevin Rose non è una sconfitta ma è l'adesione ad una esigenza molto sentita dai digger (e non solo).
L'esigenza non è quella di compiere gesti illegali per scardinare l'assurdo sistema delle protezioni ma di spingere affinché venga cambiato il sistema dei diritti d'autore alla radice.

(Foto in testa all'articolo via Flickr

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creativecommons_logo.pngLo scopo della difesa dei diritti degli autori dovrebbe essere duplice: salvaguardare il ritorno economico a favore dell'artista e favorire la diffusione dell'opera per accrescere la cultura di tutti.

Sono belle parole, a prima vista utopiche ma ho un esempio interessante che mostra proprio il risultato delle licenze Creative Commons.

Tempo fa ho scritto un articolo e mi serviva una foto: ho pensato di cercarne una che abbinata al testo creasse un effetto ironico visto che il tenore dell'articolo era proprio quello.

Ho trovato una foto adatta allo scopo e l'ho usata.

Con una difesa dei diritti d'autore del tipo "Tutti i diritti riservati" non avrei potuto usare quella foto invece la licenza applicata è una Creative Commons che mi impone di citare la fonte e di non modificare l'opera.

Se seguite il link che vi ho segnalato sopra vedrete che l'autore è stato contento di vedere che la sua foto mi è tornata utile!

Se invece che un blog fossi un sito commerciale usare una foto protetta da licenza CC non commerciale mi avrebbe comportato una spesa tanto quanto se fosse stata protetta da una licenza "tutti i diritti riservati": il risultato è che le licenze CC sono ottime per favorire la diffusione delle opere e non tolgono nulla all'autore, anzi, permettono di scegliere i tipi di limiti d'uso che si vogliono imporre!

Io spingo affinché le licenze CC crescano e si diffondano!

La lotta sui diritti d'autore è dura e difficile.
Anche io come Tommaso spiega in questo suo interessante articolo credo che le licenze Creative Commons siano nettamente migliori in quanto vanno di più verso il reale scopo che la difesa dei diritti dell'autore dovrebbe avere: favorire la diffusione dell'opera.

Se seguite bene il suo ragionamento vi accorgerete che la flessibilità delle licenze CC è così elevata che pone limiti solamente a chi cerca di fare un uso scorretto dell'opera protetta.

La licenza "classica" invece blinda tutti i diritti e quindi rende la vita impossibile a chi vorrebbe utilizzare quell'opera in modi che io (e molti altri come me) ritengo lecita e anche utile per l'autore.

Non mi stupisco quindi se in molti violino le licenze classiche ma mi fa infuriare vedere qualcuno che lo fa con un opera protetta da licenza CC. Sarebbe come se tu lasciassi la porta aperta e dicessi "entra e serviti pure dal mio frigorifero ma quando esci ringraziami" e uno entrasse e mi rubasse il divano!

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Accolgo estremamente volentieri l'appello di Stefano Quintarelli e, come lui, sottoscrivo totalmente il comunicato stampa Aiip.

In sostanza c'è una proposta di direttiva che equiparerebbe le organizzazioni criminali che violano i diritti di autore creando un giro d'affari illecito su queste violazioni con un utente internet che scambia con un altro un file protetto da diritti d'autore.

Il mio sdegno è pari se non superiore al disgusto che provo.

già non tutti sono convinti che chi condivide senza trarne guadagno debba proprio continuare ad essere perseguibile con l'accusa di compiere un reato, figuriamoci metterlo sullo stesso piano di una organizzazione criminale che vende prodotti contraffatti!

Diffondente più che potete questa notizia: fate pressione in ogni modo (lecito) così che tutti sappiano cosa stanno cercando di fare!

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Io sono tra quelli totalmente favorevoli ad una forma di tariffa flat per poter scaricare legalmente opere tipo film e musica e l'ho anche scritto in un commento all'ottimo articolo di Pietro.
La tariffa dovrebbe essere facoltativa (non è scontato: già immagino una sorta di tassa sulle Adsl tipo quella sui cd/dvd vergini). Resterebbero comunque quelle persone che, nonostante la possibilità di scaricare legalmente, continuerebbero a farlo illegalmente ma questo è un altro tipo di problema.
Io una tariffa flat ragionevole la pagherei.

Resta in piedi una questione non da poco.

Scarico legalmente visto che ho pagato una tariffa ma da chi scarico? Se lo faccio da un server centrale con sistemi tipo login e salvataggio dell'IP la cosa sarebbe tecnicamente semplice e lineare ma praticamente improponibile. Ve lo immaginate cosa significhi anche solo 100 utenti che scaricano 4 Gb di DVD? Che razza di banda dovrebbero avere questi server per sopportare tutto questo?

La soluzione più ovvia è quella del P2P ma allora bisognerebbe che chi condivide non sia penalmente perseguibile magari ampliando il concetto di flat per scaricare in flat per scaricare/condividere. Chiaramente, da qualsiasi punto di vista la si prenda, una modifica radicale, anzi: una rivoluzione, dell'attuale legislazione in materia di diritto d'autore si imporrebbe!

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Giorni fa avevo letto di un concorso proposto da Napolux: metteva in palio degli spazi pubblicitari nel suo blog (per la precisione all'interno dei feed). Al momento non avevo pensato di partecipare: scrivere un articolo con il solo scopo di partecipare non mi piaceva.

Ieri sono ricapitato sul suo blog senza ricordarmi dei precedenti e mi sono accorto che scrive articoli interessanti; è finito nel mio aggregatore di feed e, a quel punto, mi sono trovato nuovamente di fronte il concorso. Come allora anche ieri non avevo un idea per un articolo ma, vista la coincidenza, mi sono fermato a rifletterci e... nulla.

Questa mattina ho avuto un illuminazione: mi sono reso conto che spesso mi capita di appassionarmi così tanto di uno strumento al punto di impegnarmi in compiti che servono allo strumento stesso e non allo scopo per il quale lo si utilizza.

Non si capisce vero? Mi spiego meglio.

Un appassionato del P2P usa lo strumento per scaricare e condividere (materiale free eh? mi raccomando 😉 ). Il cortocircuito si crea quando l'appassionato si impegna nello sviluppo dei programmi che fanno funzionare le reti P2P.

Nel blog mi sa che questo mio vizio sta' partendo: scrivo un articolo per poter partecipare ad un concorso che potrebbe dare più visibilità al mio blog. 🙂

Ma forse non è così: difatti qui sto' parlando di una mia caratteristica e il concorso è quasi in secondo piano rispetto a questo!

Al massimo si può dire che, rispetto agli argomenti principali, il tema di questo articolo sia un po' Off Topic ma non me l'ha ordinato il medico di parlare esclusivamente di connettività VoIP fisso e mobile e P2P!

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In questi giorni ho letto commenti a ruota libera riguardo alla sentenza della cassazione che parlava di non colpevolezza per due ragazzi che scaricavano e condividevano materiali protetti da copyright.

Sulle prime, appena vista la notizia, mi è subito venuta voglia di scrivere la mia sul argomento e quindi ho iniziato ad informarmi meglio. Non sono un esperto in legge e il risultato l'ho visto subito: non sono riuscito a capire esattamente quale fosse la portata di quella sentenza.

Quello che ero riuscito a capire è che in molti che scrivevano sull'argomento avevano le idee più confuse di me: vuoi per l'entusiasmo o per altri motivi ma l fatto è che ciascuno sembrava commentare una sentenza diversa!

Ho iniziato a capirci qualcosa quando ho letto l'articolo di Dario Bonacina che, forse proprio perché ha meditato sulla cosa, lo ha pubblicato solo ieri!

Quella sentenza è relativa a fatti che si sono svolti prima della promulgazione di molte leggi che hanno rivoluzionato tutto: ad oggi, chi compisse quegli atti (rendere disponibili su un server FTP materiali protetti da copyright) compirebbe un atto penalmente punibile.

Se tutto questo commentare questa sentenza serve per animare il dibattito sui diritti d'autore relativamente al download e upload tramite reti P2P e/o server FTP ben venga ma sarebbe opportuno sapere di cosa si parla quando si scrive (io ne so qualcosa visto che sono stato pubblicamente corretto proprio su questo argomento!)

Da qualche tempo il sito The Pirate Bay si sta impegnando in un operazione spettacolare.

Vogliono comprarsi il principato di Sealand e usarlo come base per creare una nazione dove il P2P non incontri ostacoli.

La soluzione è drastica e richiede anche una montagna di soldi ma avvisano che il piano B, nel caso non riescano dell'acquisto di Sealand, è di comprare un altra micro isola.

I soldi dove arrivano? Chiaramente da chi decide di donarli a loro!

Prospettive di acquisti fantascientifici con soldi nostri? A me qualche dubbio viene... e a voi? 🙂

Grazie alla precisazione di Stefano al mio articolo e al suo articolo compreso il suo commento mi è venuta l'ispirazione per una precisazione.

Non conosco tutti i sistemi di scambio file P2P ma sicuramente almeno due tra i più utilizzati si basano su un meccanismo che è l'anima portante dei sistemi P2P: bisogna obbligatoriamente condividere per poter scaricare. Mentre si scarica un file automaticamente viene messa in condivisione la parte già scaricata del file stesso. Questo è ottimo per rendere efficace la rete P2P ma di fatto trasforma un illecito in un reato!

Difatti se scaricare un file protetto da copyright di per se è solamente un illecito amministrativo utilizzando questi tipi di reti P2P si trasforma in reato in quanto automaticamente viene messa in condivisione la parte che si è già scaricata.

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Sembra assurdo ma è così: non sono in tanti ad essere consapevoli che scaricare un film è EDIT: illecito non reato.

Passi che non lo sappia il tassista di Stefano Quintarelli ma mi è capitato di scoprire, con sommo stupore, che quasi tutti gli abituali frequentatori dei network p2p non lo sanno!

Fermo restando che per, quanto io possa criticare l'attuale legge Urbani, se un azione è reato lo è e basta io prendo spunto da alcuni ipotetici profili di "scaricatori" di film per fare una considerazione.

Tipo "Delinquente": scarica un film, magari uno di quelli appena uscito nelle sale cinematografiche, lo duplica e va a venderlo per strada.

Tipo "oh come sono furbo": agisce come il tipo "Delinquente" ma invece che vendere il film se lo guarda. Si esalta pure nel vedere un film dove ogni tanto lo spettatore davanti oscura la telecamera con la quale il film è stato ripreso e gode quando sente i colpi di tosse del pubblico o, peggio ancora, le risate del pubblico tipo telefilm. In fine lo mette in condivisione per permettere ad altri di scaricarlo.
Tipo "ho già dato": si guarda il film al cinema. Quando esce in dvd lo noleggia e se lo riguarda. Per poterlo rivedere ancora cerca di duplicarselo e, se non riesce, lo scarica.

La considerazione è che tutti e tre commettono un reato ma l'attuale legge quasi non fa distinzione tra i primi due (e a me sembra che siano due reati di gravità diversa).

Il terzo invece commette un illecito minore ma pur sempre un illecito.

Secondo me il terzo avendo già effettivamente pagato più volte i diritti d'autore dovrebbe essere messo in condizione di poter avere la sua copia del film ad un prezzo inferiore a quello del noleggio: meglio se flat come ho già scritto.

EDIT: grazie a Stefano per la precisazione giuridica. E' reato mettere in condivisione mentre scaricare e basta è un illecito amministrativo. (se non ricordo male solo la prima formulazione della legge Urbani parlava di reato anche per chi scaricava).

I sistemi di protezione da copia applicati alla musica, e anche ai video, danno non poco fastidio ma rallegriamoci: sono sulla via del tramonto.

Questo è possibile grazie proprio a noi e al fatto che, infastiditi dalle limitazioni che questi pongono, evitiamo di comprare musica protetta con questi metodi.

La notizia arriva da EMI che ha deciso di eliminare il DRM nei suoi CD e l'ho letta qui su Punto Informatico.

C'è speranza per noi poveri utenti/clienti bistrattati: è sufficiente ribellarsi evitando di comprare prodotti con questi tipi di limitazioni!

Mi fa ridere e nel contempo piangere l'accanimento delle major riguardo alle piattaforme P2P.

Capisco che si sentano colpite nel portafoglio ma demonizzando e cercando di portare in tribunale da chi gestisce siti/server P2P fino a al singolo utente non andranno da nessuna parte.

La mia idea è che le leggi sul diritto d'autore vadano riformate e vadano anche riscritte le leggi punitive che sono state promulgate al riguardo (non solo in Italia).

Bisogna trovare un modo di permettere il libero scambio di alcuni tipi di opere protette dal diritto di autore (riformato) abbinandolo magari ad un pagamento di una tariffa flat.

Questa non è un invenzione nuova: l'ho già vista proporre da molti altri.

Tornerò sull'argomento ma ora ho voluto iniziare a parlarne perché ho appena letto un interessante articolo su Punto Informatico (Aggiornato il progetto eMule Content Database) che tratta di come le reti P2P si possano utilizzare per scambiare materiale free!