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Support CC - 2007
Quando ho letto quello che il mante aveva segnalato quasi non ci credevo.

Sono quindi andato sul blog di Sandrone Dazieri dove mi sono letto attentamente tutto. Ho addirittura chiesto conferma direttamente in un commento.

Vi spiego in parole povere di cosa si tratta, anzi: vi faccio un caso generico che descrive perfettamente il caso in questione in modo che possiate immedesimarvi leggendoci qualcosa che potrebbe anche capitare a voi.

Tu produci un opera d'ingegno e decidi che la vuoi rilasciare usando una licenza Creative Commons e che non vuoi "proteggerla" con un sistema tradizionale ed anacronistico come l'iscrizione alla SIAE.

Questo è perfettamente lecito e il risultato è che tutti possono fruire e rielaborare l'opera a patto che rispettino la licenza CC che hai scelto.

Qualcuno decide appunto di rielabore la tua opera e tu, con grande felicità, partecipi alla diffusione di questa rielaborazione.

Adesso viene il bello: arriva la SIAE che, fregandosene del fatto che la tua opera non è registrata alla SIAE, pretende di tutelarti e lo fa (nonostante la tua spiegazione che è tutto a posto così e che loro non c'entrano nulla) con una bella multa.

Per me la definizione che Sandrone Dazieri ha dato del fatto in questione, cioè che la SIAE ha chiesto il pizzo, è perfettamente azzeccata: voi cosa ne pensate?

The Pirate BayCome ogni sequestro che si conclude con un lieto fine anche quello di The Pirate Bay sembra avviarsi a felice conclusione: se era stato sequestrato si dice che ora verrà rilasciato? 😛

Ne da notizia Daniele Minotti che avvisa anche che Matteo Flora (LastKnight) era il tecnico della difesa. Difatti Matteo aveva scritto un twitt sibiliino poco fa.

EDIT: ecco il post di Matteo al quale vanno i miei complimenti e la mia ammirazione per aver assunto questo incarico gratis!

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The Pirate BayE' sempre più importante che per accedere a The Pirate Bay (bloccato da PM di Bergamo) usiate le dovute precauzioni come ho scritto in The Pirate Bay: come aggirare il blocco.

Lastknight ha realizzato un video dove mostra come sia semplice, per i gestori della pagina dove venite dirottati a causa dell'ordinanza del PM di Bergamo,rubarvi le credenziali e usarle per accedere a The Pirate Bay. Una volta fatto questo potranno conoscere tutti i torrent che voi avete caricato su The Pirate Bay.

Giustamente Lastknight suggerisce di reagire!

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Mi ero ripromesso di smetterla di scrivere di The Pirate Bay (se non riuscite ad accedere leggete The Pirate Bay: come aggirare il blocco) ma quello che è nuovamente successo mi ha fatto cambiare idea.

Il povero utente che va a visitare il sito The Pirate Bay senza sapere nulla di quanto è successo si trova una pagina che spiega che il sito è sotto sequestro, questo non è una novità.

La cosa che non sapevo e che Lastknight ha scoperto (pubblicandola poco dopo TPB) è che quella pagina è gestita da una scocietà che si occupa di difendere (denunciando gli utenti) i diritti dei discografici. Visitandola si viene intercettati e si consegna il proprio indirizzo IP che, presuno, verrà salvato ed utilizzato in qualche modo.

Lastknight, The Pirate Bay e io (e credo molti altri) ci chiediamo il perché di tutto questo!

DMINThe Pirate Bay in questi giorni non è accessibile e ho scritto The Pirate Bay: come aggirare il blocco.

Ne ho scritto parecchio in questi giorni perché ritengo sbagliato, un errore, questo blocco. Non metto becco per quanto riguarda la liceità giuridica della cosa (non ne ho la competenza) ma parlo da un punto di vista più generale.

Oltretutto, come Elena, anche io non ero praticamente mai andato su The Pirate Bay prima di questi giorni.

Non penso che condividere e scaricare film e musica (mp3) protetti dai diritti d'autore si un diritto ma sono convinto che, con l'avvento di internet, il sistema dei diritti d'autore vada rivisto alla radice e questo comporta sicuramente la scomparsa dei grandi intermediatori della musica.

Stefano Quintarelli, su questo argomento, cita spesso dmin.it come proposta: se siete curosi o se volete contribuire andate su dmin.it.

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The Pirate BayAvendo capito cosa dice l'ordinanza mi sembra doveroso segnalare come risolvere il problema di accedere a The Pirate Bay cioè come aggirare il blocco.

Non solo il dns principale thepiratebay.org è bloccato ma l'ordinanza dice che vanno bloccati anche gli alias passati (tipo labaia.org) e quelli futuri. OpenDNS risolve (mai verbo fu più azzeccato) questi problemi.

Per usare OpenDNS bastano pochi semplici passaggi. Siccome sono pigro e soprattutto amo i link invece che spiegarveli vi do dei link dove trovate le spiegazioni del caso.

OpenDNS su Windows XP.

OpenDNS su Window Vista.

OpenDND su OSX e anche OpenDNS su Ubuntu e Windows XP.

L'ordinanza parla anche di IP presenti e futuri e per quelli OpenDNS non serve.

A mali estremi estremi rimedi: usate TOR che nasce per anonimizzare la navigazione (e anche altri programmi via internet come, ad esempio gli instant messenger) ma in questo caso torna utile per aggirare il blocco degli IP presenti passati e futuri.

Come mi ero appuntato sul mio tumblelog la procedura per installare TOR con Linux (Dedian/Ubuntu) la trovate qui.

In realtà direttamente sul sito di TOR trovate ottime istruzioni in italiano.

che ovviamente vi ho riportato sopra 😉

Personalmente a me fa ridere un ordinanza che obbliga agli ISP di monitorare costantemente gli IP e gli alias della baia e di bloccarli sistematicamente. Oltre a ridere poi mi viene in mente che tutto questo lavoro extra ha un costo e non credo che gli ISP lo metteranno in conto a chi ha emesso l'ordinanza. Indovinate chi lo pagherà? Noi!

Concludo con una nota meno triste: vi è stato utile passare di qua? Avete risolto il vostro problema? Segnalatemelo in un commento qui sotto e mi farete felice 🙂

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The Pirate BayCome segnalato da un Twit di Gioxx The Pirate Bay è apparsa tardivamente sul Corriere e anche li avvisano del blocco e ricordano che, se avete problemi, il nuovo indirizzo di The Pirate Bay è labaia.org

Anche sul Corriere citano un provvedimento della Guardia di Finanza di Bergamo ma in realtà di notizie certe in questo senso io non ne ho ancora viste.

EDIT: Alessandro Longo ha avuto sotto mano il provvedimento e spiega che non è pubblicabile perché sarebbe illegale farlo circolare. Il fatto curioso è che il provvedimento riguarda anche tutti i futuri alias che i pirati svedesi creeranno e tutti gli IP che cambieranno: un provvedimento che si estende nel futuro 🙂

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The Pirate BayBreve segnalazione.

Il governo italiano ha bloccato il sito The Pirate Bay.

Il sempre attento Lastknight lo ha subito segnalato e io rilancio ribadendo, come ha scritto Lastknight, di andarsi a leggere il comunicato della baia in risposta a questo blocco. Una lettura interessante.

Ad ora i DNS di NGI mi permettono di accedere normalmente ma, nel caso voi aveste problemi, The Pirate Bay è accessibile a questo indirizzo.

EDIT: Daniele Minotti dice la sua precisando che il "mezzo giuridico" probabilmente usato da questo governo per questa operazione è stato creato dal precedente governo.Ho ripreso questa precisazione giusto permettere in chiaro che che non ce l'ho su con un colore politico in particolare 😉

Daniele poi corregge il tiro specificando che forse si tratta della GdF di Bergamo ma il concetto che io non ce l'ho con uno schieramento politico in particolare resta.

Altro EDIT: Il provvedimento c'è e Alessandro Longo lo ha letto.

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Radiohead - IN RAINBOWSIn molti hanno scritto di quello che hanno fatto i Radiohead: il loro album l'hanno reso scaricabile al prezzo che vuole pagare chi lo scarica.

Tra tutti mi ha colpito Dario Bonacina che in coda al suo post si domanda, ironicamente, se l'iniziativa sia un un fallimento.

E' indiscutibilmente fallimentare: fallimentare per la lunga e complessa e costosa catena di distribuzione della musica.

E' un successo per chi quella musica l'ha prodotta: un successo sia di soddisfazione che di soldi.

E' un successo per il pubblico, utente unico della musica, sia per la libertà concessa che per il prezzo: prefetto; più perfetto dell'esatto prezzo che ciascuno è disposto a pagare cosa ci può essere?

P.S. so che questo non c'entra nulla con quanto sopra ma volevo ringraziare Elena per la compagnia a pranzo oggi 🙂 

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Tempo fa avevo scritto qualcosa al riguardo di problematiche causate dalla lotta assurda tra major e utenti.

Nei commenti si era sviluppato un interessante scambio di opinioni tra me e Ispirato.

Oggi leggo quello che scrive Carlo Beccaria e sono contento di vedere le interessanti proposte che lancia alle major.

  • tirate fuori i bootlegs, i vostri archivi, tutto! la gente che ama un gruppo vuole ascoltare tutto di quel gruppo. anche il peggior bootlegs puo’ essere interessante per il collezionista/appassionato. che sia bello o brutto lo decidera’ l’ ascoltatore. lasciare materiale nei cassetti non premia nessuno. anche i bootlegs “abusivi” di terzi (criminalizzati dalle case discografiche), non danneggiano l’ autore. corollario: giu’ le mani da youtube.
  • provate nuovi modelli e licenze, dal donationware (alla RH) alla creative commons . Sono un po’ dubbioso sulla donationware (anche se sono sicuro che nel caso singolo funzionera’ benissimo con i RH), in quanto nel campo software non ha mai reso molto, ma magari nel campo artistico potrebbe funzionare.
  • gadget! concerti! vinile! i soldi prendeteli con prodotti di qualita’. io compro volentieri un vinile di un album, e come me credo tanta gente. Cosi’ come sono disposto a pagare bene chi suona in un teatro. Ma di CD a 40 euro a scatola chiusa io non ne compro piu’. Fatemelo ascoltare, e se mi piace lo compro eccome.
  • aboliamo enti inutili come la SIAE, che non tutelano nessuno.
  • care case discografiche, fate un giro su jamendo , e scoprirete che ci sono migliaia di persone che sanno suonare, cantare e comporre ottima musica. al mondo saranno milioni, perche’ lanciare e pompare solo l’ ultima hit dell’ ultimo vostro gruppo?
  • Se non vi inventate qualcosa che puo’ andare bene a voi e a noi, be, sappiate che siete circondati: la distribuzione non e’ piu’ un problema. (corollario: giu’ le mani dalle rete e net neutrality)

Temo che siano parecchio sorde da quell'orecchio ma sono convinto che la via da seguire sia quella.

Se si adegueranno bene, altrimenti peggio per tutti. Peggio per loro che vedranno inesorabilmente calare le vendite e sprecheranno fior di soldi in cause contro tutto e tutti e peggio per noi che dovremo subire i capricci di questi dinosauri che preferiscono estinguersi piuttosto che evolvere!

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Oggi Punto Informatico è particolarmente ricco di spunti.

In questo articolo Alfonso Maruccia evidenzia i risultati di un indagine che ha dimostrato come, negli Stati Uniti, il giro d'affari che vive grazie al Fair Use (eccezione alla legge sul copyright) è ben superiore a quello generato dal copyright.

Link dove comprare la carta igenica RIAAL'articolo è da leggere tutto: ve lo consiglio.

Io è da un po' che insisto su questi temi e sono certo che prima o poi una soluzione equa per tutti si troverà.

O no?

(foto ironica via iPod Journal

Bruma StemraFino ad oggi la coesistenza tra la classica difesa dei diritti d'autore portata avanti dalla SIAE e dalle omologhe degli altri paesi con le licenze Creative Commons è stata difficile.

Se un artista vuole far proteggere i suoi brani musicali nel modo classico poi non può anche rilasciarli gratuitamente con licenza Creative Commons perché viene considerato come un furto!

L'omologa della SIAE in Olanda, la Bruma Stemra, ha iniziato a cambiare questa situazione: da loro è possibile far coesistere le due licenze permettendo quindi all'artista che lo desidera di distribuire direttamente e gratuitamente con licenza CC (ma solo con clausola Non Commerciale) una sua opera e continuare a farla proteggere per tutti gli usi commerciali dalla Bruma Stemra!

Questo permette maggior flessibilità e da quindi la possibilità di farsi conoscere massicciamente in internet e di provare quindi a ricavare degli utili dall'indotto di questa notorietà acquisita. Questo non rinunciando alla tutela della SIAE di turno per quanto riguarda gli usi commerciali.

Mi sembra un ottima soluzione di compromesso: dovrebbe mettere d'accordo sia i carrozzoni tipo SIAE (si capisce per chi parteggio eh?) che gli autori e anche i fruitori.

O no? 

(Via Punto Informatico)

P.S. breve OT. Questo post l'ho scritto come sempre con Firefox ma, questa volta, sotto UBUNTU  grazie a questa segnalazione.

SuprNova.orgRitorna SuprNova.org come leggo nel lungo ed interessante articolo su Punto Informatico ma, come in altre iniziative dove è coinvolta Pirate Bay, io resto perplesso.

La giusta lotta per ottenere un sistema complessivamente più equilibrato di difesa dei diritti d'autore, salvaguardia della diffusione capillare delle opere e libertà di movimento per gli utenti dei vari sistemi P2P deve per forza passare per forzature ed esagerazioni come quelle di Pirate Bay?

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Un singolo consumatore italiano che si sentisse vittima della SIAE o di altre associazioni tipo la RIAA Statunitense o direttamente da case discografiche più o meno piccole ha poche possibilità di ribellarsi con successo.

Da noi manca la possibilità di intentare cause collettive (Class Action), cosa che negli Stati Uniti è possibile e che una signora ha fatto: come mi piacerebbe se anche da noi ci fosse la Class Action!

A voi no? 

(Via Stefano Quintarelli)

Polizia di StatoCercavo informazioni sul passaporto e sono andato a visitare il sito della Polizia di Stato.

Lo sapevate che è pubblicato sotto una licenza Creative Commons?

Era la prima volta che andavo sul sito della Polizia e quindi non me n'ero accorto: la cosa mi ha lasciato favorevolmente impressionato. Ho fatto poi un breve giro in altri siti istituzionali e sono tornato alla "normalità".

Quali altri siti statali conoscete che pubblicano con una licenza CC?

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Devo ammetterlo: non ci speravo.

Altroconsumo ci informa che il tribunale di Roma ha sentenziato che non si può chiedere i nomi associati all'indirizzo IP nel caso il richiedente lo faccia per presunte violazioni di copyright.

Il fatto di mettere in condivisione un file protetto da diritti d'autore resta un reato ma questa sentenza dice che non si possono trattare gli indirizzi IP in quel modo. Non avrebbero dovuto essere utilizzati tanto meno in sede giudiziaria!

Sono particolarmente contento ma, ribadisco, non ci speravo.

(Via Stefano Quintarelli)

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MagliettaCC Ho ricevuto oggi la maglietta Creative Commons che avevo ordinato!

Vuoi che sono appassionato di magliette, vuoi che considero importante dare un contributo affinché questo tipo di licenze prosperi, il fatto è che sono contento di averla acquistata!

E' nera con la scritta CC bianca davanti e non me la prendo più di quel tanto se le scritte Creative Commons invece che essere dietro al centro in alto come dovrebbero sono finite sotto l'ascella sinistra. 🙂

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Joost è notoriamente basato su una piattaforma P2P ma, diversamente da un P2P classico, gli utenti non possono scegliere cosa condividere. Si sceglie solo cosa scaricare (il canale che si vuole vedere in quel momento)

Autonomamente il client decide di mettere in condivisione spezzoni di programmi che hai già visto e che quindi il client ha precedentemente scaricato.

Perché vi tedio con tutto ciò?

Per il motivo che vi ho detto è impossibile che circoli materiale che viola i diritti d'autore e quindi penso che sia inutile che qualcuno si prenda la briga di andare a caccia di "pirati" in Joost.
Peerguardian.gif

Quello che ho verificato è che da qualche giorno PeerGuardian, ottimo software che salvaguardia dagli spioni,  blocca Joost!

L'unico motivo che mi viene in mente è che qualcuno che lavora in aziende specializzate nella caccia al "pirata" o anche solo interessate alla protezione dei diritti d'autore stia usando Joost e quindi PeerGuardian rileva che qualcuno di poco "sicuro" è una fonte o uno che cerca di scaricare da noi e blocca tutto.

In realtà, guardando bene mi sono reso conto che viene bloccata la comunicazione con i server europei di Joost!

Che confusione! Un ottimo software come PeerGuardian blocca chi non dovrebbe: non sarebbe il caso di smetterla con questa guerra inutile e mettersi d'accordo su un modo nuovo di proteggere i diritti degli autori senza stressare i poveri utenti che, spesso, vorrebbero solo pagare il giusto per poter fruire di un opera?

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Punto_di_domanda.jpgIo sono un fautore delle licenze Creative Commons ma non sono un fondamentalista: non ritengo quindi che siano per forza l'unica via da seguire e neppure che siano adatte a tutti.

Mi ha dato modo di riflettere proprio su questo un articolo di Dario Denni che parla di citazioni. Ho commentato e mi ha risposto (leggetevi l'articolo che è interessante) ma mi resta un dubbio.

Dario ha una scritta "Copyright © 2006 Dario Denni". Quella scritta non vuol dire "tutti i diritti riservati"?Se mi piacesse una sua frase e volessi citarla, ad esempio, nel mio mini blog su tumblr? Il suo articolo tratta proprio di questo.

Nel mio blog principale il problema non si pone perché solitamente non riporto frasi di altri ma prendo solamente spunto da queste per scrivere un mio commento come ho fatto ora. Cito la fonte che mi ha fatto scattare la voglia di scrivere la mia.Nel mio tumblelog, invece, faccio quasi sempre il contrario e lo faccio con uno scopo diverso: appunti per miei articoli e segnalazioni che sarebbero OT rispetto a quello di cui tratto qui.La sua visione della citazione quindi si adatta di più a quello che scrivo qui piuttosto che nel mio tumblelog?

Poi, magari, ho solo preso un abbaglio io e "Copyright © 2006 Dario Denni" non vuol dire "tutti i diritti riservati" ma il punto resta: chi, come, dove e quanto citare?

(Ritocco di una foto di the bbp via Flickr)

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DRMisBAD.jpgPrendo spunto dal giudizio di Federico sulla vicenda di Digg e della notizia del codice per sbloccare il DRM degli HD-DVD.

Ho selezionato alcuni brani salvandoli su AlBlogOT, se volete avere un assaggio delle notizie leggetevi 1 2 3 e approfondite seguendo i link agli articoli dai quali sono tratti

Secondo me la frase di Kevin Rose non è una sconfitta ma è l'adesione ad una esigenza molto sentita dai digger (e non solo).
L'esigenza non è quella di compiere gesti illegali per scardinare l'assurdo sistema delle protezioni ma di spingere affinché venga cambiato il sistema dei diritti d'autore alla radice.

(Foto in testa all'articolo via Flickr