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Sono ormai alcune settimane che ho iniziato ad usare Syncthing (Open Source) per tenere sincronizzati file e cartelle tra i miei vari computer, server e smartphone e devo dire che come alternativa a Dropbox è veramente interessante.

Il compito che svolge è simile da Dropbox ma ci sono alcune differenze.

Syncthing non ha un server proprio dove custodisce una copia online dei dati come fa Dropbox quindi niente interfaccia web per la gestione dei propri file ma anche niente limiti di spazio. Si può tenere in sincronia tutti i file che si vuole e il limite è dato solo dallo spazio disco dei vostri dispositivi.

La gestione del versioning dei file è decisamente più articolata e flessibile ma come contro, ovviamente, utilizza il vostro spazio disco. Basta avere l'accortezza di attivare un versioning molto esteso solo su un computer con molto spazio storage per aggirare il problema: per esempio su uno smartphone solitamente non è il caso di sprecare spazio.

Il client Android ha il vantaggio di salvare una copia locale così da avere i dati disponibili anche offline ma, di contro, non è possibile selezionare una scheda sd come destinazione

Ci sarebbero svariate altre caratteristiche e informazioni interessanti ma mi sono limitato a citare i principali pro e contro di Syncthing rispetto a Dropbox.

sync image by Chris Veight

Un applicazione per smartphone intelligente ha dei dati salvati in modo da poterli usare anche da altri dispositivi: l'esempio più facile è un blocco note che viene usato dall'app sul telefono ma anche da computer e da tablet.

L'approccio più tipico e facile è di avere un server centrale di proprietà di chi sviluppa e rende disponibile l'applicazione al quale si collegano tutti i dispositivi in modo da tenere aggiornati i dati. Si tratta della soluzione più facile per l'utente che deve solamente avere un account che poi imposta sui vari dispositivi per trovare tutti i suoi dati su tutti i dispositivi.

Una seconda possibilità è di poter impostare l'utilizzo di un proprio server per sincronizzare i dati. Questa opzione richiede competenze e risorse dell'utilizzatore che non sono più da utente e richiede anche che il software per implementare il server sia disponibile. Di contro ci sono notevoli vantaggi dal punto di vista della sicurezza (i miei dati sono solo su miei dispositivi/server) e della continuità del servizio (se chiudono il server centrale io continuo ad avere il tutto funzionante perché uso un mio server)

Voi sareste pronti ad abbandonare Google come ha fatto il Quinta?

Io, francamente, non ancora anche se è da tempo che ci sto pensando.

Probabilmente potrei iniziare a sostituire qualcuno dei servizi che uso con delle alternative che Stefano Quintarelli segnala. Magari partendo da allwaysync.