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Gentile Nicoletti,

nel suo Melog di oggi mi ha colpito la sua idea al riguardo di Second Life. La TV non è più in grado di accendere la nostra fantasia e la nostra immaginazione allora alcuni si spostano da essa verso Second Life che invece ci permette di farlo (ho capito bene il concetto?).

SecondLife.jpgNon guardando più la TV da anni evidentemente ho già trasferito altrove la mia ricerca di evasione: sono impegnato del mondo del P2P, scrivo in questo mio blog e in un mio tumbleblog e anche altrove, mi interesso (appassionandomi) di temi legati all'informatica come le licenze Creative Commons e la connettività internet.

Mi assaliva un dubbio: con tutti questi miei interessi nel settore informatico com'è che non sono mai neppure entrato in Second Life? Forse è proprio per questo! La mia sete di mondi fantastici, di visibilità e quant'altro è già appagata grazie ad altri canali.

Mi rassicuri: vero che non sono un alieno fuori dal tempo se non entro in Second Life?

(disegno di Cosmic Kitty via Flickr)

Foto_allo_specchio.jpgAnche Fioroni fa un po' di confusione.

Come ha giustamente fatto notare Gianluca Nicoletti questa mattina nella sua trasmissione Melog su Radio24 chi se la prende con YouTube per i filmati violenti è come chi rompe lo specchio delle sue brame perché ha l'ardire di affermare che non è la più bella del reame!

Vogliamo prendercela con gli specchi della realtà (YouTube) o con i reali problemi (la violenza)?

Chi è il vero violento? Chi fa violenza o chi filma?

Ma, soprattutto, se non ci fosse YouTube e i telefonini per riprendere, sparirebbe la violenza?

(Foto di nickyboy su Flickr

Gentile Direttore Santalmassi,

le scrivo per segnalarle questo articolo di Alfonso Fuggetta che ritengo
molto interessante, ben scritto e, nonostante tratti un argomento
complesso, comprensibile (credo) ad un vasto pubblico.
All'inizio dell'articolo Alfonso Fuggetta dice che sta cercando di farlo pubblicare.
L'ho segnalato a lei e non direttamente al Il Sole 24 Ore perché ho più "confidenza" con Radio24.

Un appassionato ascoltatore

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Gentile direttore Santalmassi,

ho appena ascoltato la contro copertina del giornale radio delle 8 e sono rimasto folgorato.

I miei primi ricordi di conflitti e problematiche nel medio oriente risalgono a 20 anni fa quando frequentavo la scuola elementare e devo dirle che ho sempre provato disagio causato dal non capire esattamente quali fossero le cause di tanta violenza.

Della contro copertina mi a colpito il paragone paradossale tra l'uomo ipertecnologico che partecipa al forum di Davos e le tribù libanesi. Era da tempo che questa chiave di lettura si affacciava alla mia mente e sono rimasto colpito dalla chiarezza con la quale l'ho sentita esporre!

Io scrivo spesso sul mio blog ( www.alblog.it ) di argomenti legati alla libertà digitale che secondo me passa soprattutto per i concetti di neutralità della rete di trasmissione dati. Questo tipo di libertà a mio parere aiuta a conoscersi meglio, a scambiarsi informazioni e a capire le reciproche differenze.

Un sistema di tribù è esattamente l'opposto in quanto isola le persone in gruppi chiusi.

Sono contento di aver sentito parlare di tribù e di tecnologia nel suo giornale radio e spero che questo possa accendere anche in altre persone la consapevolezza che un modo costruttivo e interessante per aiutare il medio oriente sia quello di aiutarli a comunicare di più.

Non pretendo di affermare la superiorità di un non ben definito modello "occidentale" contro un modello "tribale" e mi guardo bene dal dire che i legami tribali siano un male. Tutt'altro! Mi piacerebbe che la gente che può beneficiare dei mezzi di comunicazione tecnologicamente avanzati aiutasse anche le varie tribù che esistono nel mondo ad inserire questi benefici in modo da unire la tradizione ai vantaggi di un dialogo che grazie alla tecnologia si allarga a dismisura!

Purtroppo quello che vedo al riguardo dei problemi del medio oriente è spesso un cumulo di luoghi comuni e di ipocrisie ideologiche.

E' per questo che le ho scritto: per ringraziarla di aver evidenziato questo punto di vista / paradosso della tecnologia a Davos e delle tribù in Libano!